La coprolite: una testimonianza che viene dal passato, un fossile particolare
Prima di proseguire capiamo meglio a quale categoria gemmologica appartiene la coprolite
Nell'ambito del vasto mondo dei fossili, siamo da sempre stati abituati a sentir parlare di scheletri di dinosauri o impronte degli stessi, pervenuteci perché "stampate" o intrappolate nella roccia a seguito di determinati processi geologici. Per lo stesso principio possiamo ammirare anche resti di foglie, insetti, altri animali come rettili, uccelli o nostri antenati e in generale di qualsiasi essere vivente che ha abitato la terra migliaia di anni fa, e tra questi si annovera anche la fauna marina.
Il processo di fossilizzazione interessa per l'appunto anche la flora, come ad esempio alcuni tronchi di alberi che subendo un processo di fossilizzazione, hanno dato vita a quello che a oggi è conosciuto come legno fossile o il famoso corallo agatizzato che ci ha fatto pervenire e quindi apprezzare quelle che un tempo sono state le strutture dove hanno trovato riparo, ancora migliaia di anni fa, alcuni molluschi.
La stessa ambra è considerata un fossile perché è una resina molto antica che in alcuni casi ha inglobato al suo interno insetti o frammenti di foglie, corteccia o terra rendendole così eterne.
La coprolite stessa è stata classificata come materiale fossile, e in quanto tale, se analizzato, è in grado di darci alcune informazioni sul passato di alcune specie animali, alcune delle quali ormai estinte da molto tempo.
Scopriamo di cosa si tratta...
Caratteristiche fisiche e geologiche della coprolite
Tuttavia i fossili che abbiamo finora elencato, non sono le uniche tracce della vita degli esseri viventi del passato. Ne è proprio un esempio calzante la stessa coprolite, che corrisponde ai resti del processo di digestione di alcuni animali che, grazie al processo di fossilizzazione, sono giunti sino a noi.
Il nome deriva dall'unione di due termini greci, kopros e lithos che tradotti letteralmente in italiano significano sterco e pietra e si riferiscono per l'appunto alle deiezioni animali, come feci o escrementi, però fossilizzate.
Tutta la materia organica delle coproliti si è fossilizzata, venendo sostituita da alcuni minerali tra cui il calcedonio, argille, fosfato di calcio, ossidi di ferro, carbonato di calcio.
Dal punto di vista strettamente fisico, la coprolite si può presentare con forme irregolari, che ricordano ciottoli o frammenti pietrosi. Si tratta di un fossile denso e con una durezza che varia tra 3 e 7 sulla scala di Mohs in base ai minerali presenti al suo interno.
Il processo di formazione della coprolite avviene quando gli escrementi vengono sepolti in modo rapido da sedimenti che successivamente si mineralizzano trasformandosi in una struttura pietrificata e dura. I principali responsabili della composizione minerale e del colore di questo fossile sono sostanzialmente la dieta dell'animale che ha prodotto la coprolite e l'ambiente di formazione.
Colore della coprolite
La coprolite può assumere tonalità marroni, grigie, rosse, gialle o persino verdi, a seconda dei minerali presenti nel sedimento in cui si è formata. Per esempio, l’ossido di ferro può donare alla coprolite un colore rossastro, mentre la presenza di fosfati o carbonati può darle sfumature verdastre o bianche. Questa variabilità rende la coprolite una pietra dall’aspetto intrigante e unico, capace di attrarre l’interesse sia di geologi che di collezionisti.
Prezzo e valore della coprolite che variano in base alle inclusioni
Ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione per stimare il valore della coprolite come la provenienza, la rarità e infine la qualità estetica.
Partendo dal presupposto che il prezzo della coprolite, in generale, è abbastanza accessibile nel mercato, bisogna considerare l'unicità di ogni singolo esemplare. Alcuni pezzi di coprolite che appartengono ad animali estinti ormai da anni hanno, per ovvie ragioni, prezzi superiori rispetto a coproliti di animali tutt'oggi esistenti. Un'altra caratteristica sono gli elementi in essa contenuti, come resti di ossa, insetti e molto altro che chiaramente rendono ulteriormente unico e raro il pezzo agli occhi dei collezionisti.
Alcune coproliti di dinosauro, ad esempio, possono raggiungere prezzi più elevati, soprattutto se provengono da specie rare o se contengono inclusioni particolari, come ossa o resti vegetali ben conservati. Infatti in alcuni casi, tuttavia molto rari, è possibile riconoscere quasi perfettamente cosa aveva mangiato l'animale; negli anni in alcuni esemplari sono stati rilevati foglie, frutti, lische di pesce o piccoli ossicini tutti perfettamente fossilizzati.
Il valore della coprolite è anche influenzato dalla sua popolarità in primis nel campo della paleontologia e poi del collezionismo. Esistono collezionisti disposti a pagare cifre significative per esemplari unici e ben documentati, mentre nel mondo della cristalloterapia il prezzo rimane moderato.
Taglio nella coprolite: approvato o bocciato?
Sebbene la coprolite non sia comunemente utilizzata come pietra preziosa, esistono esemplari di questo materiale fossile tagliato e lucidato per creare oggetti ornamentali e originali gioielli. Per via della sua durezza variabile, può essere talvolta lavorata e trasformata in ciondoli o piccole sculture. Altre tipologie di taglio praticate frequentemente nella coprolite destinata alla gioielleria sono il cabochon e quello sferico liscio, gli unici effettivamente in grado di esaltare tutte le peculiarità interne di questo particolare fossile.
I pezzi tagliati mettono dunque maggiormente in risalto le sfumature e le venature naturali della pietra, che variano in modo suggestivo da esemplare a esemplare. Tuttavia, il taglio della coprolite richiede comunque una certa attenzione per preservare la sua integrità e mantenere la bellezza delle inclusioni fossili.
In molti altri casi invece non viene eseguito nessun taglio lasciando l'esemplare di coprolite così come lo si è rinvenuto. Nei casi più rari la coprolite grezza è più rara e dunque maggiormente richiesta e di conseguenza assume un valore più altro contrattato poi tra acquirenti e collezionisti.
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Curiosità, provenienza e usi della coprolite nella cristalloterapia
Le coproliti impiegate in gioielleria provengono dallo Utah e nella maggior parte degli esemplari i processi di fossilizzazione hanno cancellato quasi del tutto la loro struttura originaria così come la materia organica che è stata in seguito sostituita da calcedonio e agata.
Esaminando gli esemplari di coprolite, in alcuni rari casi, è possibile analizzare addirittura cosa aveva mangiato l'animale facendo una distinzione anche tra organismi animali e vegetali. In alcuni esemplari, come abbiamo visto, sono stati rinvenuti piccoli ossicini, frutti, foglie e lische di pesce, anch'essi fossilizzati.
Nel campo della cristalloterapia, la coprolite è apprezzata per le sue proprietà radicanti e stabilizzanti. Si crede venga utilizzata per connettere chi la indossa o la utilizza alle energie della Terra, promuovendo la stabilità emotiva e fisica. Essendo un fossile, è anche associata alla longevità e alla resistenza, è dunque una pietra ideale per chi cerca di rafforzare la propria resistenza interiore o superare sfide a lungo termine.
Molti praticanti di cristalloterapia poi, suggeriscono di utilizzare la coprolite per riequilibrare il primo chakra che è collegato all’energia vitale, alla sopravvivenza e alla stabilità fisica.
In conclusione, la coprolite è molto più di un semplice fossile: è una testimonianza del passato, un oggetto di studio scientifico, e in alcuni casi anche un aiuto spirituale. La coprolite infatti è considerata a oggi come un pezzo di storia naturale, rispettato e apprezzato per il suo ruolo nella comprensione dell'evoluzione della vita sulla Terra.